Notizie

Aggiornamento di stato

Eccola, la vedo, con le lentiggini, i capelli castano chiaro e gli occhi, che si intravedono mentre apre appena le palpebre durante il sonno concitato, sembrano color nocciola. Bella, di una bellezza che fa paura, forse davvero troppa per essere compresa e amata fino in fondo. Perché quando si è così, quando si rasenta la perfezione, fa paura amare. La vedo sonnecchiare stanca, quasi sicuramente non ha dormito serena la scorsa notte. Nella stanza di un pronto soccorso, la vedo ed è davvero bellissima, non riesco a staccarle gli occhi di dosso. Non posso fare altro che ammirarla da lontano e immaginare cosa le sia accaduto.

Ho sentito le infermiere parlare di Lei, ho sentito che ha dei figli, ho sentito che ha sofferto molto e che il suo cuore mostra più anni del suo volto. Si vede che è stanca e provata dalla vita. Guardandola mi sa di donna forte e combattiva che carica tutto sulle spalle, che riesce a portare questo peso, ma la quotidianità fa tremare le ginocchia e fa male anche allo spirito più ribelle e combattivo.

Riposa ma sta sognando, lo vedo da come lievemente si lamenta e muove le palpebre. Anche nel sonno non è in pace col mondo.

Sulla sedia accanto a lei c'è una borsa, credo la sua. è presto, in sala c'è silenzio e nelle stanze i pazienti dormono. La curiosità è davvero molta e non posso fare a meno di cedere alla curiosità. Non sono un ladro, non toccherò nulla, ma in questa serata strana, che mi ha portato qui, in questa solitudine e calma ospedaliera, tutto sembra possibile. Tutto è surreale e anche prendere la borsa di una donna sconosciuta e guardarci dentro sembra qualcosa di possibile.

Ecco che in due secondi sono accanto alla sedia, prendo la borsa e mi accomodo con la speranza che Lei non si svegli. Potrei sempre dire che la borsa era caduta e il suo contenuto si era rovesciato a terra, non potrà mai sapere fino a che punto possa essere menzogna o verità. Vedo foto di vita vissuta. Uomini e donne, bambini e leggo su quelle foto tristezza, sembra che prenda spesso tra le mani quelle foto e secondo me, spesso ci piange su. Forse fanno parte di periodi di vita ormai perduta che le manca e che vorrebbe riavere. Leggo nell'essenzialità delle cose che ci sono nella borsa, la concretezza di chi sa bene cosa vuole e deve fare. Leggo inoltre la sua profonda povertà, la borsa è logora, non di marca, un prodotto da bancarella che ha vissuto molto e che di sicuro non cambierà domani.

Ci sono diverse lettere. Su alcune l'inchiostro è sbavato. Anche su queste pagine avrà pianto spesso. Sembrano avere anche macchie di fango, sangue e caffè. Chissà quante volte le avrà lette e rilette, forse ormai le conoscerà a memoria e magari sarà capace di recitarne ogni virgola.

Leggo qualche frase qua e là e sento il cuore stringersi.

"I miei figli sembrano essersi rassegnati e arresi a questi trafficanti di morte. Vorrei poter trovare un pò di pace, vorrei poter trovare l'amore e vedere i miei figli vivere tranquilli, senza dover affrontare quasi inermi le loro esistenze. Ho paura che nella guerra del dì, siano ormai perdenti e senza speranza di riscatto. Questa perenne agonia mi angoscia, sento di crescere e invecchiare, ma senza raggiungere quella maturità che possa portare del bene. Sento la mia bellezza perdersi, aggredita e deturpata dalla pigrizia degli intenti, dall'ignoranza di chi mi circonda senza comprendermi. Sembra non arrivare la soluzione che possa portare un pò di pace per tutti. Abbandonata a me stessa non posso occuparmi dei miei figli e loro arrivano ad odiarmi e ingiuriare contro di me, ma io non posso far nulla senza aiuto. Non posso risolvere problemi per i quali non ho le competenze, da sola. Vorrei tanto fermare tutto, vorrei trovarvi rimedio ma non è semplice.

Una volta avevo una storia, radici solide, valori. Tempo avevo tutto e tutto è ancora dentro di me, ma da sola, senza l'amore dei miei figli e senza il loro combattere per me e per loro stessi, finirò per morire.

Mi sento sola e abbandonata e odio tutto questo ma non posso farci nulla."

Si muove e il suo respiro cambia, ripongo tutto velocemente e vado a mettermi a letto. Mi sento in colpa per essere lì, in quell'ospedale per un attacco di panico, quando fuori ci sono storie di persone che si perdono perché dovremmo combattere un pò di più per gli ideali che dovremmo portarci dentro. Per quella libertà che spesso ci dimentichiamo di avere, dimentichiamo che è nostra. Sapevo che c'era qualcosa di troppo pura in questa donna. Ma tutto è surreale, niente va come dovrebbe e anche lei soffre per tutto questo. Abbiamo paura, viviamo nel terrore, ci accompagna tutto il giorno mentre la terra ci trema sotto i piedi e la gente si uccide senza motivo per leggi inesistenti e incomplete.

Mi addormento pensando a quelle parole che mi tormentano, immagino quella donna bellissima che lavora duramente per pagare le bollette, sfamare i suoi figli. Al limite della povertà e della dignità umana che cerca di conservare, facendo ore interminabili di lavoro, mentre ne vengono pagate la metà. Una donna che ha più vecchio il cuore del viso, poiché provato dai dolori che non le danno pace.

Sento la luce del sole filtrare dalle finestre e mi rendo conto che è mattino. Apro gli occhi e la ragazza bellissima non c'è più. Guardo in tutta la stanza sperando di incrociare il suo sguardo, ma anche la borsa è sparita dalla sedia.

Entra l'infermiera e senza pensare troppo le chiedo Lei dov'è. Con tono pacato mi risponde che è andata via e mi rendo conto che non ho letto da nessuna parte il suo nome.

- Come si chiama?

L'infermiera, con il suo tono pacato mi risponde dandomi le spalle e andando via.

- Italia.



Tiziana Nigro